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Bisogna imparare a disimparare quello che si è appena imparato

Bisogna imparare a disimparare quello che si è appena imparato

Nella storia della logistica c’è stato un passaggio fondamentale. Quando si è intuito che operando sulla logistica della singola impresa si ottenevano risultati solo parziali, visto che a un certo punto i costi si spostavano semplicemente da un’azienda all’altra, legate tra di loro in una catena di fornitura.
Emerge il concetto di Supply Chain Management. Sul quale si sono scritte -e lette- tonnellate di carte in Europa e negli Stati Uniti.
In questo modo si è consolidata una cultura. La cultura della collaborazione tra le imprese, la cultura dei dati condivisi, del costo totale, del win win, del servizio praticamente infinito.
Di risultati pratici, le teorie della Supply Chain non è che ne hanno forniti tanti. Ma un effetto importante possiamo dire che l’hanno raggiunto: la consapevolezza di ciò che avviene lungo una catena della fornitura così come la conoscenza dei costi che ogni azione comporta.
Oggi, quando le imprese dialogano tra loro, i rapporti sono molto chiari, tutti sanno di cosa si parla, di ogni azione si intuiscono le conseguenze.
Bene, tutto ciò ha portato ad un sistema rodato che sta sviluppando oggi un grande servizio, assortimenti molto ampi, una produzione sempre più flessibile, costi sapientemente gestiti.

Clicca qui per scaricare il PDF "Bisogna imparare a disimparare quello che si è appena imparato" di Claudio Ferrozzi

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DALLA LOGISTICA AL SUPPLY CHAIN MANAGEMENT

La logistica aziendale è una disciplina ancora giovane. Nasce infatti nella metà degli anni settanta per occuparsi di aspetti dell’impresa che nessuno allora voleva – o sapeva – gestire, in particolare i magazzini. Ma in questo luogo di “Cenerentola aziendale” non è rimasta a lungo. Facendo leva – prima tra tutte le funzioni – sulle promettenti potenzialità dell’informatica, ha incominciato a occuparsi di temi via via più complessi che le hanno dato sempre più alta visibilità e importanza. Dai primi magazzini è passata a gestire le reti distributive, le scorte, gli approvvigionamenti, la programmazione della produzione, fino alla strategia basata sul servizio al cliente. Oggi ancora una volta la logistica si appresta a intraprendere una nuova strada, quella della gestione dell’intera “catena distributiva”. Ossia del miglioramento delle attività di interfaccia che legano tutte le imprese che producono, che distribuiscono, che vendono. Attività che sono spesso fonte di inefficienze e sprechi, o che non creano alcun valore. Con questo ultimo sviluppo la logistica dà vita di fatto a una nuova e distinta funzione aziendale: il Supply Chain Management. In questo volume Claudio Ferrozzi e Roy Shapiro delineano il passaggio dalla logistica al Supply Chain Management con lo scopo di facilitare la comprensione di una funzione centrale delle aziende moderne e di stimolare riflessioni su una delle prospettive destinate a caratterizzare la cultura manageriale dei prossimi anni: il coordinamento operativo tra le imprese.

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LOGISTICA E STRATEGIA II

Logistica e Strategia 2 costituisce un ampliamento e un arricchimento del precedente volume. Impostazione e metodologia sono rimaste sostanzialmente immutate, nella convinzione che è propria degli Autori di una loro correttezza e validità. Ma nuovi elementi, nuovi casi, nuovi concetti e problemi si sono presentati a chi opera nel campo della logistica: come quelli di coordinamento di canale, il just-in-time applicato alla distribuzione, il Quick Response. Sottolineando ancora la dimensione prettamente strategica della logistica (il contributo del servizio, delle scorte, degli acquisti, della terziarizzazione), questo nuovo volume esamina con grande chiarezza le esperienze professionali maggiormente innovative e significative nel settore, tracciandone e illustrandone gli insegnamenti e le indicazioni, teoriche e concrete, più rilevanti e operative. In una prospettiva che, puntualmente attenta agli sviluppi della logistica sullo scenario internazionale, fornisce precise indicazioni e chiavi di lettura sulla realtà e sui mutamenti intervenuti e sperimentali nel nostro Paese.

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LOGISTICA & STRATEGIA

Lo studio della logistica si è sviluppato negli anni attraverso fasi successive. I primi libri che trattavano l'argomento si limitavano a descrivere sommariamente questa tematica emergente e le complesse interrelazioni tra le funzioni dell'azienda. Successivamente, molti autori hanno concentrato la loro attenzione sull'analisi delle "variabili chiave" della logistica. E sono nati libri che parlavano di scorte, di trasporti, di magazzini ed anche di gestione avanzata dei materiali come può essere il "just-in-time". Il ruolo della logistica è stato comunque sempre inteso come supporto alla strategia dell'azienda. La logistica serviva per sorreggere piani di sviluppo, per contenere i costi del servizio al cliente, per stimolare i fornitori a migliorare le prestazioni. In altre parole, la logistica veniva ridotta a strumento per supportare le linee strategiche che la Direzione Generale sceglieva per competere. Ma il semplice ruolo di "riduttore di costi" non si addice ad una logistica moderna, una logistica che deve operare negli anni Novanta. Molti sono infatti i cambiamenti che hanno accompagnato il suo sviluppo in questi ultimi anni. Basti pensare all'uso massiccio del codice a barre, alla trasmissione delle informazioni in tempo reale, ai nuovi sistemi di ottimizzazione del costo totale. Anche la logistica, allora, può partecipare all'elaborazione delle linee strategiche dell'azienda invece di limitarsi a seguire quelle pensate da altri. La logistica diventa dunque un'ulteriore leva strategica dell'azienda: la logistica diventa, essa stessa, strategia. Il libro descrive questa evoluzione: la logistica che passa da funzione di supporto a leva strategica autonoma. Tale trasformazione viene vista sia in chiave internazionale, sia in chiave prettamente italiana. Il libro infatti è stato scritto dagli autori (Shapiro ed Heskett della Harvard Business School, Ferrozzi della GEA) tenendo conto delle reali e concrete possibilità di applicazione delle teorie esposte sia all'estero, sia in Italia. La chiave di lettura è dunque duplice:  ad una descrizione di quanto avviene e si manifesta a livello internazionale fa riscontro una specie di "controcanto" italiano in cui vengono descritte ed esaminate situazioni e realtà tipiche di casa nostra. Anche perché è convinzione dell'autore italiano che le condizioni per fare della logistica una vera e propria "arma" per competere siano più favorevoli in Italia che altrove.